La Nostra Storia

L’essere gente di montagna e che ama la montagna racchiude in sé i  valori di Onestà Generosità Disponibilità verso il prossimo, Correttezza  reciproca, Amicizia vera al punto di non avere riserve verso le altre genti  e di non avere difficoltà a guardare negli occhi il viandante che  incroci sui sentieri e che saluti col sorriso aperto, con la gioia di  scambiare quel saluto come raramente avviene ormai in città, tra  “cittadini”.


La sezione del C.A.I. di Voghera nasce nel febbraio del 1928, 65 anni dopo la fondazione del sodalizio in Italia avvenuta a Torino nel 1864, per volontà di un gruppo di appassionati della montagna provenienti dal Gruppo Escursionisti Vogheresi (G.E.V.).

Tale gruppo si costituisce nel marzo del 1911 all’interno della Unione Ginnastica Vogherese (U.G.V.) fondata nell’ottobre del 1894 ed il suo interesse è rivolto in modo particolare alle escursioni ma con prevalente tendenza alle gite in montagna diversificando le attività tra chi ama la roccia e l’arrampicata e chi preferisce i sentieri o lo sci alpinismo.

Alfredo Baravalle

 La presidenza del G.E.V. è affidata al Cav. Alfredo rag. Baravalle. Nato a Voghera nel 1873, appena diplomato ragioniere è già tra i sindaci dell’Unione Ginnastica Vogherese e nel 1911 è il promotore del Gruppo Escursionisti Vogheresi insieme a Luigi Gerola che lo affiancherà nel corso degli anni.

E’ un ragioniere e come tale stimato e richiesto e non disdegna le cariche pubbliche. Si presenta come volontario alla prima guerra mondiale e viene decorato con la Croce al merito di Guerra e successivamente gli viene concessa una Medaglia di Benemerenza.

E’ un amante della natura, infatuato della bellezza delle nostre colline delle quali conosce ogni angolo e tra le quali gira spessissimo da solo immerso nei suoi pensieri.

Le attività del G.E.V. sono condizionate anche dalle esigenze e dagli eventi di quel periodo: sono gli anni della guerra in Libia, della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, dei combattimenti in Etiopia ed in Spagna e dell’avvento del Fascismo.

Nel dicembre del 1927, in seguito alla crisi societaria dell’Unione Ginnastica Vogherese promuove, con Luigi Gerola ed altri, il distacco degli Escursionisti dall’U.G.V. per costituire la sezione C.A.I. di Voghera della quale sarà presidente fino al 1945.

La quota di adesione annuale è di 30 Lire + 2 Lire per l’iscrizione.

Considerate le difficoltà economiche del periodo e la disoccupazione diffusa, è chiaro che le spese di iscrizione e per la partecipazione alle gite domenicali o alle settimane sia invernali che estive possono essere sostenute solo dai cittadini della piccola e media borghesia, i cosiddetti benestanti.

Nel mese che intercorre tra il 18 febbraio e il 18 marzo 1928 il C.A.I. di Voghera ottiene il riconoscimento ufficiale ed elegge il direttivo della Sezione: la 149^ dalla fondazione del C.A.I.

La compongono inizialmente 50 soci che a fine anno diventano 75.

Il primo presidente è Alfredo Baravalle affiancato da 6 soci che costituiscono il 1° Consiglio che risulta così composto:

Presidente
Vice Pres.
Segretario
Baravalle Alfredo
Uberti Arnaldo
Gerola Luigi
Cons. Maiocchi Giovanni
Cons. Baudasso Domenico
Cons. Bernini Luigi
Cons. Saragoni Guido
Cons. Gerola Luigi
Cons. Uberti Arnaldo

La sede è presso il Palazzo Municipale di Voghera.

Il 1931 è l’anno di adeguamento al nuovo Statuto Nazionale del C.A.I. e il numero degli iscritti sale a 282. In quell’anno Voghera conta 25.048 abitanti.

Nel 1938 nasce l’idea di realizzare un rifugio di proprietà della sezione sul nostro appennino in quanto dal Passo Brallo in poi non esistono punti di riparo affidabili. L’ipotesi di realizzare un rifugio in muratura viene scartata a priori per l’impegno economico che richiede: la soluzione però è a portata di mano.

Il dottor Angelo Nassano mette a disposizione i mezzi economici e si compra il chiosco di Piazza Meardi adibito alla vendita di bibite e dolci; i giovani mettono a disposizione la forza bruta.

Il chiosco viene smontato, caricato su un autocarro e portato verso cima Colletta; poi pezzo su pezzo lo si rimonta su un terreno faticosamente messo insieme comprandolo da una miriade di proprietari in quanto lassù le proprietà sono polverizzate a causa delle ripetute divisioni ereditarie.

Domenica 28 maggio 1939 il “Centro Alpinistico Italiano” inaugura il rifugio intitolato a Vittorio Nassano, caduto durante la Prima guerra mondiale.

Il costo dell’operazione è stato di 2.035,80 Lire.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale i militari requisiscono la capanna-rifugio per utilizzarla come avamposto di osservazione antiaerea: ne uscirà pressochè distrutta anche perchè le parti in legno sono state asportate e utilizzate come legna da ardere.

Già nel 1942 la sezione tenta di rientrare in possesso dell’area di proprietà ma viene bloccata dalle autorità militari; la vicenda troverà una conclusione definitiva solo negli anni sessanta.

Nel 1945, terminato il conflitto, il C.A.I. riprende le normali attività amministrative, viene nominato un nuovo direttivo ed il presidente Baravalle viene sostituito da Raffaello Zani, ferroviere macchinista di origine veronese trasferito al deposito di Voghera negli anni ’40.

Il nuovo corso si fa sentire da subito con uno degli atti fondamentali per un organismo democratico: la stesura dello Statuto con la definizione degli organi statutari. Il 28 gennaio 1946 si tengono le prime elezioni di rinnovo delle cariche secondo le regole democraticamente scritte ed accettate dall’assemblea dei soci. Viene eletto Presidente il Dr. Felice Nassano che lascerà il posto dopo 6 anni al Dr. Enzo Bergonzoli.

Da questo momento inizia una nuova era per la sezione di Voghera del C.A.I.: non più un club d’elite ma aperto a tutti i ceti.

La nuova gestione riserva priorità assoluta al recupero del rifugio: sarà in muratura e sorgerà sulle rovine della vecchia struttura sul terreno di proprietà donato dai Nassano. Superate le difficoltà burocratiche e logistiche relative al trasporto dei materiali e alla disastrosa condizione delle strade, il 22 settembre 1946 viene inaugurato il nuovo rifugio che può ricevere fino a 20 ospiti: è intitolato a Vittorio e Aristide Nassano ed è abbellito artisticamente da un affresco del prof. Ambrogio Casati.

Per il rifugio si spesero 379.000 lire e per raccogliere i fondi necessari furono promosse anche negli anni seguenti delle “Veglie danzanti”.

Gli anni successivi scorrono tra gite e gare sciistiche in inverno ed escursioni e soggiorni anche settimanali nei mesi estivi sulle Alpi e sul nostro Appennino. Si comincia anche ad organizzare corsi di apprendimento delle metodologie con le quali si affrontano le difficoltà in alta montagna.

Nel marzo del 1960 la sezione si adopera per la realizzazione di una sciovia a cima Colletta ma la difficoltà nel reperire i fondi fa slittare l’operazione al 1964 quando due soci, Amedeo Para e Eugenio Lugli, riescono ad assemblare un “baby”, una sciovia portatile alla quale ci si attaccava per mezzo di maniglie: era lungo quanto il campetto per principianti che fiancheggiava il rifugio.

A fine 1967 si costituisce lo Sci – CAI Voghera ed all’interno della sezione avrà una vita parallela a quella del gruppo escursionista ed alpinistico, con un nucleo dirigente ed un proprio logo. Sotto questa insegna un folto stuolo di fanatici dello sci si presentano e prendono parte negli anni successivi alle numerose gare promosse in ambito Provinciale e Regionale dove si mette in evidenza la giovane Silvia Bettaglio.

Grazie a questa attività approdano al C.A.I. 40 nuovi iscritti.

Prosegue intanto l’attività degli scalatori che affrontano “quattromila” impegnativi e difficili ferrate.

Agli inizi degli anni ’70 si registra un forte calo degli iscritti, i giovani hanno altri interessi; viene però promossa una lodevole iniziativa da parte del consigliere Carlini: per la prima volta si parla di protezione della natura e di montagna pulita, mentre l’attività montana è seguita da pochi.

Nel 1977 i soci sono ridotti a poco più di un centinaio e ciò che è peggio è che in montagna ci vanno, ma in ordine sparso; si è spenta la funzione più qualificante del sodalizio: la socializzazione e l’attività di gruppo.

Negli anni ’80 alcuni soci si adoperano per segnare i sentieri a Pianostano e al Lesima.

Il 1986 è da ricordare come l’anno della rinascita: si invitano a Voghera nomi di prestigio dell’alpinismo classico, dello sci estremo e dell’arrampicata su ghiaccio per un ciclo di serate-conferenza.

Per la prima volta il gruppo si attiva per tracciare e mantenere una pista di fondo tra il Colletta e il Giovà; si tengono lezioni teoriche di Free Climbing; le gite programmate tornano ad essere più numerose.

Viene eletto Presidente Franco Brambati che sostituisce dopo 35 anni il dott. Enzo Bergonzoli e resterà in carica fino al dicembre 1990. Gli succederà Adelio Ferri, uno dei più assidui frequentatori della sezione e delle attività programmate.

Negli anni ’90 la sezione si rivitalizza, c’è un rinnovato interesse per la montagna, arrivano nuovi giovani e si organizza un corso di arrampicata su roccia. Nel 1993 tre soci C.A.I. Baldazzi, Stafforini e Bonanno, aprono nuovi itinerari in arrampicata invernale sulla parete Nord-Est del monte Lesima e la notizia è riportata sulla stampa specializzata.

Alla morte di Adelio Ferri nell’agosto del 1993, viene eletto Presidente Ettore Puppo, genovese di nascita che approda a Voghera nel 1974 e si iscrive alla sezione C.A.I. nel 1988. Oltre al gran lavoro svolto viene ricordato essenzialmente per le sue capacità di aggregazione e promozione delle attività di gruppo.

Gli anni 1996-1997 vedono l’introduzione di novità in senso assoluto per Voghera: grazie ad Alessandro Lodi, Giuseppe Stafforini, Antonio Baldazzi e Mario Panizza si dà vita alla Speleologia. Alla prima escursione partecipano in 40 e inoltre viene proposto un corso specifico per affinare le tecniche e garantire la massima sicurezza per tutti coloro che vogliono affrontare questa disciplina.

Si attiva anche un progetto educativo “Adolescenti in montagna” particolarmente mirato per i minori ospitati nella comunità del Centro Sociale di Voghera.

Il resto… è storia recente.

(Testi e contenuti tratti da “SETTANT’ANNI DI STORIA VOGHERESE – Diario quasi quotidiano dal 1928 al 1998 raccontato attraverso il Club Alpino Italiano” di V. Dabusti e T. Giudice – Edito da Comune di Voghera e C.E.O. Cooperativa Editoriale Oltrepo)